Numerosi studi hanno dimostrato la correlazione che esiste tra il calo di ossigeno prodotto dalla difficoltà respiratoria notturna e la sindrome delle apnee notturne e un certo grado di perdita uditiva.

Diventa utile e necessario quindi eseguire un test uditivo mediante esame audiometrico per verificare questa possibilità nei pazienti che russano o che vanno in apnea: le frequenze interessate in questo meccanismo patologico sono le alte frequenza e più precisamente le 4000, 6000 e 8000 Hz.

Un calo uditivo sulle altre frequenze è stata trovato anche nei neonati, che durante un parto difficoltoso abbiano subito una riduzione dell’ossigeno ( ipossia ).
Il russamento è stato anche considerato causa di perdita uditiva, determinata dalla rumorosità creata durante il rumore notturno, il danno valutato con l’esame audiometrico, interessa di solito le medie e le alte frequenze e questo sembra essere determinato dalla potente vibrazione delle strutture dell’orofaringe durante la respirazione difficoltosa notturna.

E’ stato anche dimostrato, attraverso l’esame audiometrico, che è possibile riscontrare una perdita uditiva progressiva “tipo presbiacusia” cioè tipica dell’invecchiamento dell’udito, nei pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive di grado medio grave e severo , mentre non è stato riscontrato nei russatori e nelle forme più lievi.
La perdita di udito è stata attribuita ad una possibile lesione da scarso afflusso di ossigeno nelle cellule acustiche interne, alla perdita dei dendridi del ganglio spirale (le via nervosa che trasporta gli impulsi elettrici sonori) e alla degenerazione della stria vascolare (una struttura dell’orecchio interno con funzioni di regolazione dei liquidi dell’orecchio interno).

Nel caso di pazienti con Sindrome delle Apnee Notturne il danno uditivo oltre che determinato dal rumore del russamento sarebbe peggiorato dalle apnee , pause respiratorie, in grado di provocare una riduzione dell’ossigeno nell’organo dell’orecchio e quindi una sofferenza vascolare.

Studi sono stati condotti in pazienti con perdita uditiva fluttuante e crisi vertiginose (esempio Malattia di Meniere) e contemporanea presenza di sindrome delle apnee ostruttive di grado vario, hanno dimostrato che nei pazienti trattati con ventilazione meccanica non invasiva (CPAP) produceva un sensibile miglioramento nei riguardi dei disturbi vertiginosi senza nel contempo migliorare i sintomi uditivi.

Non dobbiamo anche dimenticare che una parte della responsabilità del calo uditivo nei pazienti apnoici siano le malattie che spesso sono associate a questa patologie , quali il diabete e le malattie cardiocircolatorie , la sindrome dismetabolica.

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