La chirurgia orale costituisce senza dubbio il capitolo più ricco e importante di tutta la chirurgia del russamento e delle apnee notturne, definita roncochirurgia.
La chirurgia orale, propriamente detta, è indirizzata a risolvere quei problemi che possono indurre vibrazione o ostruzione nella porzione dell’orofaringe. Gli specialisti della chirurgia orale sono in particolar modo gli otorinolaringoaiatri che in questo distretto hanno una competenza specifica. La chirurgia orale comporta interventi più semplici, come l’ablazione di tonsille ipertrofiche, a trattamenti più complessi come la modificazione della struttura palatale.
Negli ultimi 30 anni le tecniche chirurgiche volte a modellare il palato si sono evolute passando da tecniche inizialmente promettenti che poi si sono rivelate di scarso successo o ricche di complicazioni a tecniche mininvasive o con maggior garanzie di riuscita. Anche le nuove acquisizioni fisiopatologiche hanno cambiato in parte l’approccio chirurgico del palato
La chirurgia orale sul palato è composta da procedure maggiori che necessitano l’anestesia generale e procedure minori o comunque eseguibili in anestesia locale (Radiofrequenza palato, Coblation, Impianti Pillar).
Le più comuni tecniche di chirurgia palatale oggi adottate sono la Uvulopalatofaringoplastica (con o senza tonsillectomia), la Faringoplastica di avanzamento transpalatale, la Faringoplastica laterale anteriore o laterale. Per questi ultimi interventi si utilizzano oggi suture assorbibili particolari autobloccanti (Barbed Suture) che permettono una convalescenza più rapida, un decorso post-operatorio più agevole e migliori risultati.
Tutte le tecniche chirurgiche indirizzate al palato hanno lo scopo di rimodellare l’insieme anatomico palato-ugula qualora esuberante, posto in posizione inferiore rispetto al dovuto, ispessito, eccessivamente vibrante, ostruente gli spazi respiratori o semplicemente malformato. Il risultato che le diverse tecniche chirurgiche di palatoplastica, di uvulopalatoplastica o di faringoplastica vogliono ottenere è quello di ridurre il palato, accorciarlo, assottigliarlo e renderlo meno incline alla vibrazione senza interferire con la sua funzione naturale.
La chirurgia orale indirizzata al palato presenta ancora oggi un decorso modicamente disagevole in quanto viene condotta su un organo riccamente vascolarizzato e innervato, in continuo movimento per la deglutizione e la fonazione, in ambiente naturalmente popolato da virus e batteri e continuamente bagnato da saliva ed alimenti. Le nuove tecniche hanno per contro ridotto in modo considerevole le complicazioni e hanno aumentato le percentuali di successo.
La scelta delle diverse e svariate tecniche che il chirurgo specialista orale ha oggi ha disposizione è la risultante di un percorso decisionale, talora complesso e composto da algoritmi validati dalle Società Scientifiche, che si fonda su diverse variabili del paziente: gravità del disturbo (russamento semplice, UARS o Sindrome delle Apnee Notturne di grado lieve medio o grave), apertura della bocca, caratteristiche del palato molle e dell’orofaringe, riflessi faringei, compliance (grado di collaborazione), rischio anestesiologico, patologie concomitanti, tipo di lavoro svolto.
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