Gli esami vestibolari servono a riscontrare alcuni disturbi vertiginosi che possono essere correlati ai disturbi del sonno.
La diminuzione dell’ossigeno sembrerebbe determinare un danno nei confronti dei nuclei vestibolari (porzioni del sistema cerebrale poste nel troncoencefalo) deputati a modulare le informazioni che giungono dall’esterno e a indirizzarle al sistema vestibolare posto nell’orecchio e a tutto il sistema posturale, il sistema costituito da articolazioni, legamenti e muscoli che ci permette nel suo complesso di mantenere l’equilibrio, al sistema vestibolare e quindi anche al sistema posturale , quello che ci permette di stare in piedi.
Infatti si è scoperto che i nuclei vestibolari sono molto sensibili alla diminuzione di ossigeno che avviene durante la notte nei soggetti affetti da una sindrome delle apnee ostruttive per le frequenti interruzioni respiratorie e per tale motivo possono subire un danno irreversibile (danno ipossico) . E’ stato anche riscontrato che alcune aree cerebrali ( per esempio la corteccia temporo-parietale destra) possano alterarsi in soggetti privati del sonno.
Nei soggetti affetti da Sindrome delle Apnee Ostruttive notturne sono state evidenziate alterazioni della risposta degli esami vestibolari (alterazione del nistagmo indotto e diminuzione delle risposte agli stimoli calorici) oltre ad una positività dei test di autovalutazione dell’handicap soggettivo relativo alle vertigini. Tali riscontri sono stati più marcati nella Sindrome delle Apnee di grado medio e severo rispetto ai dati relativi alla forma lieve.
Per approfondire tali aspetti, è opportuno, durante la visita specialistica otorinolaringoiatra, redigere un’accurata anamnesi rivolta specificatamente ai sintomi vertiginosi e ai disturbi dell’equilibrio in generale. In tale occasione è possibile eseguire esami vestibolari mediante stimolazione termica dell’orecchio o mediante lo studio dei movimenti oculari spontanei o provocati (videooculoscopia)
E’ stato dimostrato inoltre che la cattiva qualità del sonno può causare disequilibrio, soprattutto nei pazienti affetti da fibromialgia e sindrome della fatica cronica.
Non ci si deve dimenticare anche della vertigine alternobarica, è una sindrome vertiginosa che può generarsi dall’utilizzo della ventilazione meccanica non invasiva (CPAP) ad alte pressioni utilizzate per contrastare apnee ostruttive notturne di severa entità. Questa particolare tipo di vertigine sarebbe sembrerebbe determinata da forti e ampie variazioni della pressione atmosferica tra l’orecchio interno e l’esterno, la stessa condizione critica che si può verificare nei subacquei e negli aviatori .
La condizione che provoca tutto ciò è puramente meccanica: attraverso la tuba la cavità del timpano si riempie d’aria a pressione forzata portando a comprimere la membrana elastica della finestra rotonda e della staffa, due strutture direttamente a contatto con l’organo vestibolare deputato ad una parte del controllo dell’equilibrio.
Questo succede perché attraverso la tuba, la cavita del timpano si riempie di aria a pressione forzata che comprime e stimola la finestra rotonda e la staffa , il sintomo comparirebbe all’interruzione della pressione per impossibilità da parte della tuba di ripristinare la pressione esterna.
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